giovedì 21 novembre 2013

Caltanissetta: proteste pacifiche dei migranti dentro e fuori Pian del Lago. La società civile partecipa all’accoglienza in attesa delle risposte istituzionali

Sabato scorso, 16 novembre, numerosi cittadini pakistani originari del Punjab che vivono nel CARA di Pian del Lago hanno manifestato davanti alla Prefettura per contestare i numerosi dinieghi della Commissione alle richieste di protezione dei loro connazionali. Per scongiurare la stessa sorte , temendo che le decisioni della Commissione possano essere basate esclusivamente sulla discriminante del luogo di provenienza, ( che non risulta essere interessato da crisi umanitarie) , hanno chiesto che sia riconosciuta a tutti i cittadini del Punjab presenti, la protezione internazionale di un anno.
Tale richiesta è certamente fondata data la situazione di diffusa criminalità nelle regioni del nord ad opera di bande armate, che il governo centrale pakistano in riesce a sedare,  ed i continui attacchi aerei statunitensi con i droni NATO che mietono centinaia di vittime fra i civili inermi, legittimati dalle autorità locali in nome della lotta al terrorismo. Ma è anche un'iniziativa significativa in quanto si è resa visibile alla città, poiché solitamente le proteste sono confinate davanti al centro di Pian del Lago, che dista chilometri dal centro abitato, e gli unici ad accorgersene sono quei cittadini che si trovano a passare da quella zona.

Un'altra protesta ha avuto luogo lo scorso 18 novembre, questa volta ad opera delle circa 200 persone costrette a vivere negli accampamenti, sorti a ridosso del centro, a inscenare un blocco stradale davanti al CARA. Già da tempo lamentano che la Commissione starebbe lavorando a rilento e che nelle ultime settimane soltanto 3 persone sarebbero state accolte nel centro. Il blocco stradale è durato circa 2 ore e mezzo, finché è stato concesso l’inserimento nel centro a 10 di loro. La maggior parte di loro proviene dal Pakistan, Bangladesh e Afghanistan, ed è in attesa di poter formalizzare la loro richiesta di protezione internazionale e, in quanto indigenti, di essere accolti in un centro di accoglienza. Ci sono, poi, persone che si ritrovano a vivere per mesi negli accampamenti in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, ed altre che, avendo ricevuto il diniego, attendono di avere una nuova audizione davanti alla Commissione e, infine, alcuni casi “Dublino”.

Il CARA di Pian del Lago è già da tempo in sovrannumero, e sarebbe importante che le autorità trovassero loro una sistemazione in altri centri. In tal senso la Prefettura sta lavorando all'individuazione di nuove strutture di accoglienza con una Convenzione valida fino al 31 dicembre 2013. Ci auguriamo che presto queste persone abbiano una nuova sistemazione e confidiamo che i criteri di individuazione dei nuovi centri da parte della Prefettura corrispondano a buoni standard di accoglienza, che infine questa accoglienza non termini il 31 dicembre prossimo.

Intanto la raccolta e distribuzione di indumenti invernali per l’emergenza freddo che Borderline Sicilia ha promosso, e sta coordinando, a Caltanissetta prosegue in collaborazione con l’associazione AGESCI, che ha accolto immediatamente il nostro appello e si è attivata con tutte le proprie risorse: diffondendo l'appello, mettendo a disposizione un punto di raccolta e occupandosi dello smistamento e la distribuzione. Siamo già riusciti a consegnare coperte, maglioni e generi alimentari ad uno degli accampamenti più piccoli, e stiamo organizzando la distribuzione nell'accampamento più grande.  Anche il parroco della Parrocchia di San Domenico che abbiamo incontrato personalmente si è attivato nell'immediato, mentre Caritas e Croce Rossa sembra si siano defilate. La Caritas di Caltanissetta ci ha fatto sapere di essere impegnata con gli aiuti nelle Filippine, mentre la presidente della Croce Rossa non ha risposto all’appello lanciatole con riferimento alla situazione sanitaria dei migranti fuori e dentro il centro di Pian del Lago.

L'iniziativa di una raccolta di indumenti e generi alimentari, oltre a voler sostenere con un aiuto concreto coloro che si trovano in stato di bisogno, è uno strumento di sensibilizzare e coinvolgimento della società civile sul tema dell'immigrazione, nel valore della solidarietà. D'altra parte, portare alle persone che vivono abbandonate negli accampamenti il risultato concreto di questa partecipazione, significa dare loro anche il segno dell'umanità e dell'empatia che si muove per colmare i vuoti lasciati dalle istituzioni.

Giovanna Vaccaro

Borderline Sicilia Onlus