martedì 23 aprile 2013

BASTA CON I RESPINGIMENTI COLLETTIVI DA SIRACUSA VERSO L’EGITTO

Alla fine di marzo decine di migranti egiziani, dopo essere stati salvati in mare sono stati respinti collettivamente da Siracusa verso il Cairo grazie agli accordi tuttora in vigore stipulati nel 2001 ( indovinate chi era al governo?) e perfezionati da Maroni nel 2009. QUESTI RESPIMGIMENTI COLLETTIVI, VERE E PROPRIE DEPORTAZIONI, SI SONO RIPETUTI ANCORA NEI GIORNI SCORSI.
E’ rimasto inascoltato l’appello-denuncia dell’ASGI- Sicilia e dell’ARCI- Siracusa secondo il quale:
“Dopo lo sbarco del 26 marzo, a Brucoli, altri due sbarchi nella notte del 28 sulle coste orientali della Sicilia. Associazioni ed Enti che si occupano di Tutela dei Migranti, chiedono con forza che, nel rispetto del regolamento Shenghen e del principio di non refoulement sancito dall’art. 33 della Convenzione di Ginevra, vengano valutate le posizioni individuali dei migranti, garantendo l’informazione e l’eventuale accesso alla richiesta di Protezione Internazionale anche per i cittadini egiziani e l’attenta individuazione della presenza di minori non accompagnati. Si ribadisce un secco no alle espulsioni collettive e si chiede di consentire l’accesso alle medesime Associazioni e, prima ancora, agli operatori del Progetto Presidium, nei luoghi dove i migranti sono temporaneamente ospitati, per garantire il loro diritto di difesa”.
> Rispetto a queste prassi, decise dalla Direzione centrale immigrazione e frontiere del ministero dell'interno, utilizzare sempre le stesse argomentazioni, ricordare i trattati internazionali e le leggi vigenti evidentemente non serve a molto. Occorre andare a Siracusa e contestare alle autorità di polizia ed al ministero dell'interno ( a Roma) questi rimpatri illegittimi anche perchè le persone sono isolate e trattate come se non si trovassero neppure sul territorio dello stato, applicano il respingimento immediato ex art. 10 comma 1 del T.U. 286 del 1998, non ci sono avvocati scomodi e giudici per la convalida, tutto, tutto, rimane affidato alla discrezionalità delle forze di polizia, inclusa la determinazione dell'età dei minori. Qui la polizia italiana ignora la nostra giurisprudenza che stabilisce che la minore età va calcolata in base alla legge del paese di provenienza, dunque tutti i respingimenti di ragazzi tra i diciotto ed i ventuno anni verso l'Egitto sono illegali, perchè in contrasto con i divieti di espulsione affermati dall'art. 19 del testo unico sull'immigrazione.
Per chi volesse saperne di più... e soprattutto per agire concretamente contro questi abusi

http://www.meltingpot.org/Diritti-sotto-sequestro-Da-Siracusa-ancora-deportazioni.html

La giurisprudenza italiana, inoltre, conferma che gli egiziani vanno considerati di minore età, e dunque inespellibili ai sensi dell’art. 19 del T.U. n.286 del 1998, fino ai 21 anni perché solo a quell’età in Egitto si diventa maggiorenni. Sarebbe dunque obbligatorio sottoporre, ben prima di eseguire i respingimenti, tutti i migranti ad un accertamento approfondito dell’età effettiva.

Come risulta da un comunicato di Save The Children “la maggiore età dei ragazzi e delle ragazze stranieri deve essere stabilita in base alla legge dello stato di cui hanno la cittadinanza, e non secondo la legge italiana. Lo dice la legge n. 218/95 (articolo 42). Questa legge prevede che si deve applicare in ogni caso la Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961 sulla competenza delle autorità e sulla legge applicabile in materia di protezione dei minori (articolo 12). Per conseguenza, le autorità italiane devono considerare minorenni i ragazzi che sono tali in base alla legge dello stato di origine e adottare i provvedimenti di protezione previsti dalla legge italiana per i minorenni, fino al raggiungimento della maggiore età così stabilita. Sulla base di questa argomentazione, sono stati annullati dal Tribunale di Roma dei decreti di espulsione emessi nei confronti di ragazzi stranieri diciottenni, perché la normativa dello stato di origine (Egitto), li considera tali solo al compimento dei 21 anni”. In questo senso si sono pronunciati: il Giudice di Pace di Roma, decreto del 05.12.2012 in proc. n. 42634/2012 ed il Tribunale di Roma, decreto del 20 settembre 2011 in proc. n. 17850/2010.

Giudice di Pace di Roma, decreto del 05.12.2012 in proc. n. 42634/2012
Tribunale di Roma, decreto del 20 settembre 2011 in proc. n. 17850/2010

Che gli avvocati utilizzino questa giurisprudenza e denuncino i casi nei quali vengono rimpatriati minori non accompagnati. E per quelli che rimangono non si consente neppure la richiesta di asilo, ma vengono dichiarati in stato di abbandono come se si potessero aprire le procedure per l'adozione.

URGENTE UNA MISSIONE A SIRACUSA DELLE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI CHE TUTELANO I DIRITTI DEI MINORI STRANIERI.
Sarebbe anche importante che Save The Children vada oltre i comunicati stampa e facesse finalmente qualche denuncia. Occorre che tutte le associazioni che sono convenzionate con il Ministero dell’interno nell’ambito del progetto Praesidium ( Save The Children, ACNUR, OIM, Croce Rossa) possano tempestivamente accedere ai centri informali di trattenimento nei quali sono bloccati i migranti dopo lo sbarco o il salvataggio, in attesa della prima identificazione, e quindi dell’immediato respingimento nel paese di origine.
Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo